DISCORACCONTO: Con questa rubrica, provo a raccontare i dischi, costruendoci delle storie attorno; organizzando organicamente in un racconto: frammenti di frasi di canzoni, stati d’animo stimolati e immaginazioni create spontaneamente dall’ascolto attento di un disco.
Qual è il suono che fa qualcuno che ami e che sta andando via?
Com’è la vita di un personaggio di un vecchio videogioco, quando non ci giochi più?
Com’è il sapore del caffè, senza berlo?
Quando si vola veloce, si può godere comunque del panorama?
Vado a prendere un caffè al Penguin Cafè.
Un non-bar.
Il rumore della tazzina del caffè appoggiata sul piattino; il sole che splende anche se fuori è freddo; un giorno di festa per chi non cerca
lavoro: è un’atmosfera senza parole, che allo stesso tempo ne è piena. Come gli incontri per il caffè, all’ora del tè. Come l’ora adatta per
ascoltare un disco. E’ inevitabile che in questa atmosfera apparentemente placida, si alternino godimenti e dissonanze nel cuore
inquieto di un viaggiatore.
La voce di una donna nel tavolino più vicino, racconta dei suoi ultimi viaggi.
Tutti i racconti di viaggio, possono essere pallosissimi o bellissimi. Molti viaggi non sono compiuti: pur essendo lontani milioni di chilometri dal punto di partenza, non si è mai partiti davvero, e allora ascoltarli ti dà noia. Altri racconti invece, e non è a volte questione di chilometri di distanza, ti lasciano a bocca aperta, perché stimolano l’immaginazione; ti portano a pensare: quasi, quasi…
– Non preoccuparti – dice la donna davanti al caffè – ogni viaggio è sempre comunque incompleto, avresti potuto andare più in
profondità ma dovresti tornarci in alcuni luoghi per sapere. E’quella sensazione che genera la nostalgia nei ricordi.
Il racconto prosegue con lampi, come in un sogno che non ricordi bene:
-…la malinconia dei motel
-…la paura della superficie, a furia di rifugiarsi sempre nel profondo
-…le mattine bevendo latte caldo quando sei lontano dalla tua Casa, non serve a ricollegarti con la tua nascita, anzi crea strane
ossessioni
-…e poi quella corona sul pavimento della regina e della sua danza intorno, scalza;
-…e il ballo nel castello e poi via a cercare la sabbia con il cuore leggero, come quei film stupidi attorno al mare
-…cercare di comunicare quando sei lontana, anche con tutta la tecnologia di cui disponi oggi, è frustrante e poi spreca tutta la tua
energia. A volte credi di essere profonda davanti ad uno schermo, ma non ti accorgi che gli schermi sono piatti, come gli specchi, e non possono essere mai profondi se non li attraversi.
Qual è il suono di qualcuno che ami e che sta andando via?
Spostato a sinistra.
E anche se vuoi riempire i tuoi racconti di parole; parli, parli, ma non ci può mai essere risoluzione di un incontro solo attraverso le
parole.
Forse si potrebbe stare in silenzio.
Silenziosi come certa musica: il suono è dolce e molto vicino a quello che sarebbe il silenzio se parlasse.
Dopo un viaggio si ritorna al caffè con più vita vissuta.
Si dovrebbe tornare più veri e più caldi, come la donna che parla delle sue esperienze seduta in modo sicuro.
L’uomo che l’ascolta in piedi tristemente goffo, non riesce nemmeno a vedere che, in fondo in fondo, pinguini si rimane sempre
comunque un pò.
Un disco pieno di emozioni delicate, che arricchiscono l’Aria.
Trasmissione in onda ogni Martedi alle 21:30, su Radio Hirundo.
Musica, Arte, Favole, Spirito, Filosofie, Parole e Interviste a personaggi della Cultura Alternativa.
Si raccontano favole ai bambini per farli addormentare,
agli adulti per farli svegliare.
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