Gli Ultimi Cosmonauti è il progetto nato dall’idea di Giuseppe Guidotti, tastierista degli Evacalls, e coprodotto da Simone Sproccati di Crono Sound Factory, del quale fanno parte musicisti e cantanti di News For Lulu, Kaufman, The Afterglow, The Grace, Helsinki, Victoria Station Disorder e Ongaku Motel. Sputnik1 è l’ep di debutto che è uscito a fine settembre. Vi proponiamo il free download del brano “Interstellar” che ospita Manuel Bonini (The Grace). Abbiamo fatto una breve chiacchierata con quest’ultimo e Giuseppe Guidotti per approfondire alcuni aspetti del progetto.
Non un side project, non una super-band, non una compilation. Che cosa è Gli Ultimi Cosmonauti e come è nato?
G.G. È soprattutto la voglia di non darsi un’etichetta o delle regole. Come nello spazio dove manca la gravità e le leggi fisiche che governano il nostro mondo non valgono più. È storytelling puro, voglia di raccontare un mondo fatto di bravi musicisti e ottimi amici.
Come tutte le scoperte belle nasce da qualche imperfezione. Io non so cantare, sono proprio negato e così non avevo modo di trovare un output alle molte composizioni che mi portavo dietro da anni senza uno sbocco. Così ho chiesto a un po’ di amici di aiutarmi e sporcarsi anche loro con le mie canzoni mettendoci le voci e tutto ciò che gli passava per la testa.
M.B. Gli Ultimi Cosmonauti nascono da un’idea del mio amico Giuseppe Guidotti (che con me, aveva già collaborato per La teoria delle Catastrofi). La voglia di comporre, semplicemente per il gusto di fare musica, senza etichette, nascosti dentro un casco, ma con la voglia di viaggiare il più lontano possibile, come i cosmonauti, appunto.
Personalmente, mi affascina collaborare con altri artisti. Ognuno di noi, ha dato il proprio contributo e credo ne sia uscito un sound assolutamente interessante.
Da cosa è ispirato il brano “Interstellar” e come si è sviluppato il processo di composizione?
G.G. La parte musica che mi compete è nata dalla parte ritmica. Volevo un pezzo in cui poter galleggiare, molto rarefatto. Poi è intervenuto Manuel che mi ha dato delle dritte su dove voleva portare il pezzo. Così è esploso il ritornello e la coda strumentale. Un ibrido tra la psichedelia sintetica a cavallo tra i ’70/’80 e le ballad anni ’90/’00 alla Richard Ashcroft.
M.B. Un annetto fa Gido, mi ha proposto una bozza di brano che mi ha decisamente colpito. Solo una parte di tastiera e ritmica, che mi hanno riportato alla mente sonorità alla David Bowie ed Annie Lennox. Ho proposto alcuni cambiamenti di accordi e scritto la linea melodica vocale, che in maniera naturale ci ha spinto ad un bridge in crescendo e ad un ritornello esplosivo, molto più ‘90s. Per quanto riguarda il testo,Interstellar parla di amore, di persone importanti, che di notte si sentono sole e si perdono, di persone che ritrovano la propria strada, più forti di prima.. una canzone che parla della mia ragazza Priscilla, ma anche di un mio caro amico, Dave Timson che è stato un padre musicale per me e produttore artistico dei miei The Grace.
E’ una sorta di grazie a loro due, a Gido e alla musica, che mi ha accompagnato, in varie forme, fin da piccolo.
A composizione ultimata, però sia io che Gido ci siamo resi conto, che sarebbe stato interessante avere due voci per rendere ancora più esplosivo questo crescendo del bridge e quindi chi meglio dello stesso Dave poteva essere al caso nostro?
Pensate che “Sputnik1” sia solo la base di questo progetto e che possa essere più di un episodio? Può esserci un “prolungamento” live del progetto?
G.G. Ho già iniziato a lavorare a Sputnik2 che vedrà altri artisti alternarsi sui pezzi. Prima probabilmente ci sarà spazio anche per dei remix ma questo è sicuramente l’inizio di una lunga esplorazione. Live il discorso è molto complicato da gestire. Sicuramente ci sarà qualche episodio ma non un tour vero e proprio.
M.B. Sicuramente ci saranno molti altri Sputnik, con altri astronauti, e sono particolarmente curioso di sentire i nuovi brani. Magari un giorno potrò dare ancora il mio contributo in questo progetto o da compositore o da musicista o da cantante… chissà.
Non ci sarà una tournè, ma di certo qualche live, probabilmente un remix dei brani e altre sorprese.
Domanda di rito: due dischi che avete ascoltato nel 2015 e che consigliereste ai nostri lettori.
G.G. Facciamo uno straniero e uno italiano per essere in linea con Sputnik2. Foals – what went down e Godblesscomputers – plush and safe (però in lingua italiana Colapesce)
M.B. Beh il 2015 sicuramente è stato l’anno del ritorno dei Blur, con The Magic Whip, ma mi ha colpito molto Multi-Love degli Unknown Mortal Orchestra.