Nevermind – Tuono Pettinato

Titolo: Nevermind
Autore: Tuono Pettinato (Andrea Paggiaro)
Casa editrice: Rizzoli Lizard
Prezzo/Pagine: 96/13,00 €

Nevermind è una parola che evoca istantaneamente il più acclamato album dei Nirvana e che, d’altra parte, descrive a pieno l’atteggiamento nichilista del leader della band, suicidatosi vent’anni fa con un colpo di fucile alla testa. Prima di morire il musicista spiegò le ragioni del suo gesto in una lettera indirizzata a Boddah, l’amico immaginario con cui aveva condiviso l’infanzia; proprio su questo legame il fumettista Tuono Pettinato ha incentrato la sua ultima opera.

Il punto di partenza è la fine di Cobain contestualizzata dalle parole di Davide Toffolo (fumettista, cantante e chitarrista dei Tre Allegri Ragazzi Morti nonché autore della prefazione del volume) dopodiché si apre il fumetto vero e proprio; l’ingresso al Reading Festival del ’72 costituisce la scena d’apertura, una scena premonitrice del decesso, dal momento che in quell’occasione Kurt, fingendosi malato, si lasciò cadere sul palco.

Di qui in poi la narrazione procede attraverso una serie di aneddoti circoscritti per lo più all’infanzia del musicista, stravolta dal divorzio dei genitori e segnata dalla difficoltà nel rapportarsi col padre e nell’integrarsi in una società retrograda e ottusa.
Boddah si inserisce in questo scenario come un compagno di giochi, più che come una guida e assume le sembianze di Hobbes, la tigre di peluche coprotagonista della celebre striscia di Bill Watterson. Cobain diventa allora Calvin, un bambino iperattivo e indisciplinato.

Non mancano tuttavia flashforward sulla sua futura disillusione e rovina, un aspetto oscuro che origina una sorta di anti-Calvin, una presenza non dissimile da quella dell’anti-Tintin di Charles Burns. Ed è qui che emerge la bravura di Tuono Pettinato, nella capacità di oltrepassare il contrassegno di suicidato della società per ridare tridimensionalità al frontman dei Nirvana.

Purtroppo gli altri personaggi, amici e familiari, vengono solo abbozzati o riportati per contribuire alla formazione musicale del protagonista e sebbene capisca e nel complesso apprezzi le scelte dell’autore, non posso smettere di pensare a tante altre vicende che avrebbe potuto riprodurre con il suo allegro e inconfondibile tratto.

Voto: 7,5/10

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