Genere: elettro pop
Anno: 2015
Casa Discografica: Mute
Servizio di: Luigi Zampi
Parlare dei New Order è imbarazzante e intrigante allo stesso tempo. Imbarazzante perché si entra in contatto con mostri sacri, totem intoccabili, giganti che hanno fatto la storia del rock nato dalle ceneri del punk. Intrigante perché l’ennesimo nuovo corso della band suscita la curiosità di fan della prima e dell’ultima ora.
Nati da una morte, quella di Ian Curtis nel 1980, i New Order intendevano proseguire un’avventura musicale andando oltre la band di cui facevano parte prima della tragedia, quei Joy Division che ancora incutono timore e riverenza. “Volevamo andare avanti ma senza Ian era un’altra cosa, e non potevamo essere la stessa band”. E infatti nasce una nuova band e Bernard Sumner, Peter Hook e Stephen Morris superano lo shock scrivendo un nuovo capitolo della storia del post punk. All’inizio sul solco dei Joy Division (i timidi ma abbacinanti tentativi di “Ceremony”) poi svoltando verso il pop e l’elettronica (fino all’apoteosi di “Blue Monday”, uno dei singoli più ballati di sempre nei club underground), fino ad arrivare ad un pop chitarristico sempre alla ricerca della pop song perfetta. Poi l’abbandono di Hook, lo scioglimento e la rinascita alcuni anni fa.
Sempre alla ricerca della canzone perfetta. Questo rende intrigante un nuovo album dei New Order. Ogni volta ci provano, sempre con risultati apprezzabili (solo una volta ci sono riusciti a mio parere, nel 1987 con il miracolo synth pop di “True Faith”), per cui la curiosità verso questi giganti è grande anche ora.
Music Complete non delude le aspettative e rappresenta una enciclopedia dei suoni (soprattutto elettronici) dei New Order. Un ottovolante che fa girare la testa, tra trame new wave e tappeti synth pop, tra beat danzabili e delicate armonie. Si parte con “Restless”, tratteggiata da un irresistibile giro di basso alla Hook e dalla fragile voce di Sumner, che rende i New Order inimitabili. Il migliore della tracklist e una delle migliori canzoni del 2015. Ma poi si prosegue con la travolgente “Singularity”, uno dei due brani prodotti da Tom Rowlands dei Chemical Brothers. Partenza Joy Division e proseguimento con un electro pop da brivido, tutto synth acidi. E poi la techno elegante di “Plastic”, molto Pet Shop Boys. Il capogiro continua con la mega kistch “Tuttifrutti”, peccato veniale dance, e la house anni novanta di “People On the High Line”, col contributo di La Roux. Si rimane a bocca aperta ad ascoltare il parlato di Iggy Pop nella oscura “Stray Dog”. E infine ci si ritrova ad ancheggiare sull’irresistibile beat di “Unlearn This hatred”, altro brano techno prodotto da Rowlands, bello e pesante. E se avete ancora fiato potete rilassarvi ascoltando l’ultimo brano, “Superheated”, pop elettronico impreziosito dalla voce di Brandon Flowers.
Tutti a rendere omaggio ai giganti. Che sono ancora in gioco con un album in un certo senso antologico. Un ascolto godibilissimo che non si smette mai di ascoltare. Grazie ancora, per tutto questo.
Voto: 8/10
Tracklist:
- 1 · Restless
- 2 · Singularity
- 3 · Plastic
- 4 · Tutti Frutti (feat. Elly Jackson)
- 5 · People On The High Line
- 6 · Stray Dog (feat. Iggy Pop)
- 7 · Academic
- 8 · Nothing But a Fool
- 9 · Unlearn This Hatred
- 10 · The Game
- 11 · Superheated (feat. Brandon Flowers)